#25aprileLiberAzione. Nel 2020 il 25 Aprile si fa on-line

Quest’anno la pandemia ci ha tolto la possibilità di commemorare, tutti insieme per le strade, il 75° anniversario della Liberazione.

MondoQui, insieme all’Anpi di Mondovì e altre Associazioni e singoli antifascisti hanno comunque voluto celebrare la Liberazione del nostro Paese dall’incubo nazi-fascista. Dopo il 1945 tutta l’Europa superò un momento terribile e seppe rinascere dalle proprie ceneri dimostrando il valore senza tempo dei principi che animarono la Resistenza. Anche noi oggi vogliamo ribadire gli ideali che stanno alla base della Costituzione italiana.

Ecco l’invito che abbiamo fatto circolare: «Pubblica su Facebook un video non più lungo di 3 minuti dove leggi un brano relativo alla resistenza ed ai principi che la ispirarono, tagga la pagina officiale dell’Anpi di Mondovì e inserisci gli hastag 25aprileLiberAzione e unamattinamisonoconnesso e ricopia questo messaggio nel tuo post.
Inondiamo le nostre pagine di pensieri e parole che ricordano il passato e ci preparano al futuro».

Ed ecco alcuni dei partecipanti, tutti da guardare ed ascoltare:

I sette fratelli Cervi

Cronache partigiane: il lancio al Pian del Creus, in val Pesio

L’Agnese va a morire

Lettere dei condannati a morte della Resistenza italiana: Paola Garelli

Nella grotta dei partigiani, con don Beppe Bruno

Ada Prospero Gobetti: i mali di allora li ritroviamo anche oggi

La Resistenza dei portuali genovesi contro la guerra in Yemen, oggi

Il ricordo dei partigiani caduti con valore

Marisa Ombra: la bella politica

L’antifascismo senza aggettivi

Lettere dal carcere, di Antonio Gramsci

Ricordi, perché nulla vada perso.

Gli ideali di libertà e tutela della dignità umana: poesie di Sepulveda, Ungaretti, Primo Levi

Frankie hi-nrg mc: Essere umani

Il prete dei ribelli

Nuto Revelli: far pace col popolo tedesco

Mio zio partigiano, ferito, ma salvo

Natalia Ginzburg in memoria del marito Leone, ucciso dai fascisti

La Libertà raccontata ai bambini

Calvino: le nostre miserie umane contro le nostre miserie umane per la nostra redenzione

Perlasca, la banalità del bene

L’insurrezione di Genova: essere degni della Libertà

La Resistenza degli alberi alla bomba di Hiroshima

Eravamo ragazzi ma in pochi giorni siamo diventati ribelli

Gramsci: odio gli indifferenti

Resistenza a Kobane contro l’ISIS

La Battaglia di Pasqua, in Val Pesio

Il fascismo vince quando la gente onesta si abitua a tollerare tutto, cedendo alla tentazione di credere che non ci siano alternative

Odio ci uccise, ci fa rivivere amore

Un mondo libero e nuovo che vuole riscattarsi verso un avvenire di libertà, uguaglianza e fraternità

Tina Anselmi: per cambiare il mondo bisognava esserci. L’importanza della partecipazione

Giorgio Marincola, il partigiano italo-somalo

Marisa Ombra: ragazze nelle bande partigiane con i ragazzi, mai prima era avvenuto

Disgusto e indignazione per chi vuole cancellare la memoria della Resistenza

Gli ebrei in fuga dalla Francia arrivati in provincia di Cuneo

Calamandrei: la Costituzione è un testamento di 100 mila morti

Igino Giordani, partigiano e cristiano

Primo Levi: il canto di Ulisse

“Cion”: una Resistenza senza se e senza ma

Ricordo di Franco Motta e dei giovanissimi partigiani nella grotta della Tura

Razzisti e fascisti oggi: usano la migrazione come arma

Il video è in inglese, ecco la traduzione:

Sono la prof. @Heaven Crawley. Sono nata e cresciuta nel Regno Unito ma ora vivo in Italia, un paese che, come molti altri in Europa, è diventato un luogo in cui rifugiati e migranti vengono stigmatizzati e attaccati da persone che non sembrano rendersi conto che le loro azioni minano gli stessi valori del Paese che sostengono di voler proteggere. Sono una migrante ma non ho queste esperienze. Perché? Perché io sono bianca. Dobbiamo chiamare quelli che usano la migrazione come arma per ferire gli altri per quello che sono: razzisti e fascisti.

Ho scelto di leggere una versione leggermente modificata di un pezzo chiamato “Casa” del poeta britannico-somalo Warsan Shire che ha scritto questo poema dopo aver visitato l’ambasciata somala abbandonata a Roma nel 2009, che alcuni giovani rifugiati avevano trasformato nella loro casa. Mentre era lì, venne a sapere della morte di un giovane rifugiato somalo che si era gettato dal tetto dell’edificio la sera prima perché non poteva affrontare la prospettiva di essere rimandato in un posto dove non era al sicuro. L’incontro ha aperto gli occhi sulla dura realtà della vita di rifugiato in Europa.

Casa
di Warsan Shire

devi capire,
che nessuno mette i propri figli su una barca
a meno che l’acqua non sia più sicura della terra
nessuno brucia i palmi delle mani
sotto i treni
sotto le carrozze
nessuno passa giorni e notti nello stomaco di un camion
nutrendosi di giornale a meno che le miglia viaggiate
non significhino qualcosa di più del viaggio.

nessuno striscia sotto i recinti
nessuno vuole essere picchiato
compatito
nessuno sceglie campi profughi
o le perquisizioni a nudo che ti lasciano
il corpo pieno di dolori
o sceglie la prigione,
perché la prigione è più sicura
di una città di fuoco
e una guardia carceraria
nella notte
è meglio di un carico
di uomini che assomigliano a tuo padre
nessuno lo sceglie
nessuno lo sopporta
nessuna pelle è abbastanza dura

poi

andate a casa neri
rifugiati
sporchi immigrati
richiedenti asilo
che prosciugano il nostro paese già secco
negri con le mani aperte
che hanno un odore strano
selvaggio
hanno devastato il loro paese e ora vogliono
rovinare il nostro

le parole
gli sguardi storti
come fai a scrollarteli di dosso?

forse perché il colpo è meno duro
che un arto divelto
o le parole sono più tenere
che quattordici uomini tra
le cosce
o gli insulti sono più facili
da mandare giù
che le macerie
che le ossa
che il corpo di tuo figlio
fatto a pezzi.

a casa ci voglio tornare,
ma casa mia sono le mandibole di uno squalo
casa mia è la canna di un fucile
e a nessuno verrebbe di lasciare la propria casa
a meno che non sia stata lei a inseguirti fino all’ultima sponda

a meno che casa tua non ti abbia detto
affretta il passo
lasciati i panni dietro
striscia nel deserto
sguazza negli oceani

annega
salvati
fatti fame
chiedi l’elemosina
dimentica la tua dignità
la tua sopravvivenza è più importante

Nessuno lascia casa sua se non quando essa diventa una voce sudaticcia
Che ti mormora nell’orecchio
Vattene,
scappatene da me adesso
non so cosa io sia diventata
ma so che qualsiasi altro posto
è più sicuro che qui.

Canto originale partigiano Pian d’ala Tura – val Maudagna e Ellero. “Fra pochi di’ si cala al pian”

La casa di Gepe

La Resistenza tedesca della “Rosa Bianca”

I partigiani uccisi per le strade di Bene Vagienna

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La corale Cum Corde ha aderito all’iniziativa cantando “Bella Ciao”

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Anche il gruppo Scout di Mondovì ha aderito con entusiasmo a #25aprileLiberAzione


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Video ufficiale del Comune di Mondovì per il 25 aprile 2020

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Il sindaco di Rocca de’ Baldi ricorda i caduti e legge “Lapide ad ignominia” di Calamandrei

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Altre iniziative antifasciste a cui ha partecipato MondoQui:
Le foto del corteo del 25 Aprile 2019
Presidio antifascista davanti alla casa di Lidia Rolfi, organizzato da MondoQui, 24 gennaio 2020

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