Remotti e Favole hanno varato il barcone del Caffè Sociale

Remotti Favole Caffè Sociale

Sabato 21 dicembre è stato un giorno importante per il Caffè Sociale: il simbolico bancone-barcone del bar, fatto a mano in legno vivo un po’ “imbarcato”, decorato con una scintillante coperta termica, di quelle usate per i soccorsi in mare, e foderato con i fogli di un libro, è stato inaugurato con la presentazione del libro stesso. Le pagine che lo ricoprono sono quelle di “Somiglianze – Una via per la convivenza” di Francesco Remotti, antropologo culturale, che era presente al varo del barcone insieme al collega Adriano Favole.

Favole Remotti Caffè Sociale

Patrizia Ghiglione di MondoQui presenta Adriano Favole e Francesco Remotti al Caffè Sociale

Questo libro è una nuova tappa di una “guerra” che Remotti ha dichiarato in decenni di carriera accademica al concetto di “identità”. Un’idea assai diffusa e “di moda”: ci piace sentirci circondati da persone “come noi”, ci rassicurano la stabilità, la coerenza, la definibilità e la riconoscibilità che l’identità ci promette. Negli ultimi anni l’idea di identità sembra diventata sempre più forte. «Fino a qualche anno fa per indicare persone che non erano “noi” si usava l’espressione “i nostri simili” – ha detto Remotti –. Oggi è più facile sentirli definire “gli altri”». A identità-alterità Remotti propone di sostituire il binomio “somiglianza-diversità”, due parole che raccontano la realtà in modo apparentemente più approssimativo, ma invece più esatto, di quanto non facciano identità e alterità. L’identità è infatti un’aspirazione, un concetto teorico e astratto: nessuno è identico a nessuno e nessuno è totalmente altro. Le persone (e anche le cose) sono invece più o meno simili e più o meno diverse: le due parole sono complementari e in qualche modo vogliono dire la stessa cosa, da diversi punti di vista. L’idea di “somiglianza”, al contrario di “identità”, è compatibile con la convivenza, permette vie di fuga dai “ceppi” delle proprie convenzioni, dai vincoli delle tradizioni che impediscono alle persone percorsi di progettazione comune, di vita insieme, superando la fredda tolleranza che permette al massimo una mera coesistenza con chi consideriamo “altro” da noi.
Una parte importante del libro di Remotti è dedicata ad approfondire un aspetto inconsueto della distinzione tra identità e somiglianza: non più quella tra persone ma quella “dentro” le persone. Il concetto di individuo è così radicato nel nostro modo di pensare che è per noi occidentali quasi impossibile farne a meno, eppure è piuttosto “strano” ed è il risultato di un lungo percorso culturale partito dai filosofi greci, passato per il cristianesimo e sbocciato nell’umanesimo. «L’individuo sta dalla parte dell’identità – spiega Remotti –: sul piano del soggetto è l’espressione di questo principio. L’antropologia identifica in altre culture il concetto di dividuo: ogni persona è definita come parte di una famiglia o per la propria appartenenza a un certo gruppo o per il suo ruolo sociale, o meglio come l’insieme di tutte le appartenenze che la caratterizzano e non esiste un “nucleo”, un concentrato di essere e identità: l’individuo appunto. La teoria delle somiglianze e delle differenze che in questo libro prende forma, va oltre questa dissoluzione dell’individuo nel dividuo e intravede qualcosa che ci è sembrato giusto chiamare “condividuo”. Esso è costituito da intrecci di somiglianze e differenze in evoluzione continua che convivono nella stessa persona». E forse non è male affrontare il problema della convivenza tra condividui, nella consapevolezza che nel cuore stesso degli esseri umani abitano la diversità e la contraddizione.

Bancone Barcone Caffè Sociale

Il bancone-barcone del Caffè Sociale

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