Vuoi essere partigiano oggi? Segui la Costituzione

La cooperativa Franco Centro ha regalato alla città di Mondovì un momento davvero alto di riflessione, partecipazione e impegno civile. Sabato 15 febbraio era il 75° anniversario dell’uccisione di Franco Centro, piccolo partigiano quattordicenne a cui sono intitolate la piazza della Stazione e la cooperativa nata da MondoQui per gestire il Caffè Sociale. E proprio nel bar si è tenuto un affollato incontro pubblico per commemorarlo, con gli storici Ernesto Billò, che ha raccontato la storia del giovanissimo eroe decorato con Medaglia d’oro al valor militare, e Marco Ruzzi, che ha tracciato un interessante affresco della Resistenza in provincia di Cuneo e nel Monregalese.

Franco Centro: un ragazzo in gamba un po’ monello che disubbidendo al padre partigiano, si era unito anche lui alle bande della zona. I partigiani non lo volevano, era troppo piccolo, ma lui aveva tenuto duro ed era diventato staffetta. Catturato dai fascisti, resistendo a lusinghe e torture non aveva tradito i compagni ed era stato fucilato.

Ma chi erano i Partigiani, i compagni di Franco? Lui aveva prima aderito alle formazioni Autonome comandate da Mauri, e poi era passato con i Garibaldini. La Provincia di Cuneo è stata un grande collage di gruppi partigiani di diverse tendenze: gli Autonomi, di ispirazione monarchica, i Garibaldini legati al Partito Comunista, quelli di “Giustizia eLibertà” del Partito d’Azione… Nel Monregalese c’erano le formazioni “R”, un’esperienza unica in Italia, che raccoglieva persone con ideali diversi: repubblicani, cattolici, comunisti, liberali… Aspiravano a una patria liberata insieme, per poi impegnarsi e confrontarsi dopo la guerra nelle dinamiche democratiche di una Repubblica (che di fatto è ciò che poi avvenne).

Quella raccontata da Ruzzi è una Resistenza ben diversa da quella stereotipata e “tutta comunista” che fa comodo a chi vuole distruggerne i valori, trasformandola in una caricatura da gettare via dopo il crollo dei sistemi comunisti. È stata invece un insieme di tante idee, esperienze, persone diverse, gruppi eterogeneei. Un insieme da cui, dopo la guerra, nacque la Costituzione.

E grazie agli interventi del pubblico la Costituzione è stata la vera protagonista dell’evento. Bader Bouchama di MondoQui ha chiesto cosa devono fare i partigiani di oggi: i relatori hanno risposto entrambi che la via da seguire è quella tracciata dalla Costituzione: bisogna impegnarsi ogni giorno perché questi valori prevalgano, non restino sulla carta, diventino reali. Bisogna vigilare e lottare perché la Costituzione non venga affossata. E noi nel nostro piccolo lo stiamo facendo, perché l’esperienza di MondoQui è proprio alla Costruzione che si ispira: l’Associazione è fatta di libertà, azione comune tra persone con culture e idee diverse, militanza civile, sostegno alle istituzioni come la Scuola e coinvolgimento di tutti i lavoratori al progresso della società

I volontari di MondoQui hanno poi offerto un momento davvero emozionante. Maurizio Dardanello, Alice Toselli, Sara Bezzi e Bader Bouchama hanno letto brevi racconti in prima persona scritti da Susanna Gianotti, impersonando quattro giovani d’oggi che come Franco Centro hanno perso la vita o la libertà.

Questi moderni “Franco Centro” sono  Tawfik Bensaud (attivista non-violento assassinato in Libia), Hande Kader (attivista LGBT assassinata in Turchia), Delmonte Johnson (attivista contro la diffusione delle armi assassinato in USA), Mays Abu Gosh (attivista palestinese in carcere in Israele).

I racconti e le loro foto sono pubblicati qui

Infine Susanna Gianotti ha ricordato un altro “Franco Centro” di oggi: Patrick Zaky, studente dell’Università di Bologna attualmente imprigionato in Egitto. E Sara Bezzi ha terminato con una bellissima canzone palestinese su Gerusalemme, simbolo di quella Resistenza.

E poi la serata si è conclusa in musica.

 

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